venerdì 8 dicembre 2017

A Taxi Driver

Cari tassinari, 
per festeggiare la prima ricorrenza di dicembre, il vostro gruppo di coreamaniaci preferito, vi propone un altro grande titolo. Si tratta di un film recente, che ha visto il ritorno dell'instancabile Jang Hoon, pupillo di Kim Ki-duk e stranoto su questo blog per i suoi successi passati: Rough Cut, Secret Reunion e The Front Line.

Con il suo stile asciutto e diretto, confeziona un film difficile, politico, ma che ti acchiappa subito con i toni della commedia e l'ambientazione patinata dei primissimi anni Ottanta. Una meticolosa ricostruzione di Seul con le sue berline tre volumi, i palazzoni con lunghe balconate e una colonna sonora che si bea nel trovare pezzi di discomusic agghiaccianti. Poi qualcosa va storto e d'improvviso gli eventi sfociano in una vicenda tanto grottesca quanto reale. Si inizia col sorriso e si arriva piano piano alle lacrime. Una delle cose che al cinema coreano riesce meglio!

Hoon si conferma un grande professionista nel girare scene d'azione mozzafiato. Ci sono inseguimenti a piedi, in auto, sparatorie e sommosse popolari con un alto livello tecnico di difficoltà. C'è qualche forzatura ed alcune scene in cui evidentemente si lascia prendere troppo la mano, ostentando tutta la sua arroganza giovanile, ma è tutto a vantaggio della spettacolarità. Altro punto a favore è non essere scivolato nella facile retorica che la storia si trascina dietro. Magari un po' nel finale, ma è comunque una storia vera e davanti a certi eventi una persona ha bisogno di ritrovare la fiducia nell'Umanità.

Si parte da Seul in quello che era ancora un placido giorno qualunque di maggio e si corre a Gwangju per scappare dalla povertà e certamente non in cerca di guai. Ognuno con il suo fardello. Sia il tassista che in quel taxi verde pisello ci ha messo tutte le speranze per un futuro migliore, sia un misterioso missionario tedesco che è in realtà un giornalista.

Inizia così un viaggio più o meno metaforico nei meandri dell'umanità. Una discesa negli inferi della nostra vera natura, che implacabile riemerge quando cadono le regole della civile convivenza. Un futuro migliore, dicevamo, si può inseguire con atti eroici, con un lavoro umile e a volte semplicemente osservando con la mente aperta quello che ci succede intorno.

La storia del massacro di Gwangju è una ferita aperta nella storia recente coreana. Una cosa che noi occidentali possiamo solo cercare di immaginare, anche se di esempi ne abbiamo in abbondanza. Una rivolta contro un regime autoritario che si trasforma in un bagno di sangue, guidato da pochi fanatici posti ai vertici di istituzioni preposte proprio a mantenere l'ordine.

La storia che abbiamo già visto in A men who was Superman, The Old Garden e che faceva da sfondo ad alcune scene di The Attorney, oggi resa più viva che mai da questa visuale privilegiata, proprio al centro della rivolta.

La storia di un evento che non sarebbe dovuto trapelare, come probabilmente è successo infinite volte nella storia dell'Umanità. Qualcosa da cui imparare ad evitare certe situazioni, ma anche certe leggerezze nel giudicare quello che ci accade intorno, specie se filtrato dall'occhio spesso poco imparziale dei mezzi di comunicazione di massa.

Song Kang-ho: dopo gli ininterrotti successi della sua carriera, continua a vestire i panni di personaggi che sembrano essergli cuciti addosso. Carismatici, anche se a volte un po' imbranati, sinceri fino all'autolesionismo e genuini. Il tassista, poi, gli è venuto particolarmente bene. Casinista ma ansioso di afferrare al volo la sua buona occasione, che finge di saper parlare inglese pur di caricare un cliente importante. E' così che ce lo siamo immaginati a Hollywood, mentre sul set di Snowpiercer fingeva di capire Chris Evans.

Thomas Kretschmann: bello, con tratti molto europei, cattura subito l'attenzione dei passanti locali. La sua è una carriera che l'ha portato in giro per l'Europa e gli Stati Uniti. Ha girato film in inglese, tedesco, francese, italiano e norvegese.

Un'altra grande traduzione della nostra impagabile ela che ormai non ha bisogno di presentazioni, ma si accontenta di tanto amore (e bonifici), gratitudine (e vini pregiati) e un posticino nei vostri cuori.

TRAMA: Kim Man-seob (Song Kang-ho) è un tassista di Seul. Vedovo e squattrinato, spera di guadagnare qualche soldo extra, accompagnando a Gwangju Jurgman Hinzpether (Thomas Kretschmann) un misterioso missionario. Ma in realtà il missionario è un giornalista e ad attenderli a destinazione c'è una brutta sorpresa...

Presto disponibile in Homevideo.
Sottotitoli disponibili nel nostro fansub.
Buona visione!

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