lunedì 25 dicembre 2017

Luck Key

Cari natalini, 
buon natale a tutti! Il film che vi presentiamo per allietare la vostra serata natalizia è una commedia molto divertente diretta da Lee Gae-byok. Primo assistente alla regia di Park Chan-wook durante le riprese dei primi due capitoli de La Trilogia della Vendetta, Lee si ritira per 10 lunghi anni e torna con una commedia. Niente da dire, per carità, ma quando tutti si aspettavano il rientro col botto, lui se ne esce con un film di genere. Un remake, per giunta, di un film giapponese del 2012. Ma il pubblico non lo tradisce e nel fine settimana del debutto, al botteghino si staccano un milione di biglietti!
In totale nelle sale asiatiche incassa l'equivalente di 47 milioni di dollari. Costando niente.

Potremmo dire che si tratta di una commedia degli equivoci. Per cause fortuite un giovane spiantato e disperato e un misterioso uomo d'affari senza scrupoli si scambiano le vite. L'attenzione è subito catturata e la prima parte vola veloce. La fotografia e le scenografie curatissime trasudano di eleganza patinata. Non mancano i momenti d'azione girati con grande maestria. Poi succede qualcosa che ci fa scoprire un altro mistero e la storia cambia registro ed è davvero incredibile come possano volare 112 minuti!

Nel complesso è un film divertente che perde l'occasione di essere incisivo. Ha un crescendo emotivo ed estetico e alla fine la sensazione è che gli ultimi 30 minuti siano stati buttati improvvisamente in caciara. Non è necessariamente un difetto. E' una commedia divertente che per una volta nella storia del cinema coreano non tradisce le sue aspettative.

Yoo Hae-jin è il mattatore assoluto della pellicola. Lo abbiamo appena visto in A Taxi Driver fare il tassista buono di Gwangju. Adesso, con i capelli corti e un'aria severa, è un misterioso uomo d'affari che non sorride mai. Tranne quando maneggia i coltelli...

Lee Joon già protagonista di Rough Play, giovanissimo e bellissimo attore cinematografico e televisivo, cantante, modello e nei ritagli di tempo fa il servizio militare. Un talento che sicuramente ci regalerà in futuro altre sorprese.

Jo Yoon-hee per la prima volta su queste pagine, interpreta un ruolo da ragazza della porta accanto. Ispira da subito simpatia con la sua semplicità e i suoi modi spiccoli, ma esercita un grande fascino sul protagonista. Molto più difficile che fare la bella di turno.

Lim Ji-yeon la bella di turno. Il suo ruolo non è particolarmente impegnativo, ma ho passato una buona porzione del film a chiedermi dove l'avessi già vista. Era la protagonista di Obsessed! La bella cinesina moglie del colonnello.

Un'altra traduzione del nostro Caprenne per noi e il suo blog.

TRAMA: Jae-sung (Lee Joon) è un giovane aspirante attore spiantato e depresso, mentre è ai bagni pubblici incontra Hyung-wook (Yoo Hae-jin), un uomo dall'aspetto distinto che per via di una saponetta sbatte la testa e perde la memoria. Il giovane scambia le chiavi dei loro armadietti e se ne va con la sua nuova Maserati e un portafogli pieno di soldi. Ma è solo l'inizio della sua avventura...

Disponibile in DVD su YesAsia.
Sottotitoli disponibili nel nostro fansub!
Buona visione.



venerdì 15 dicembre 2017

The Net

Cari pescatori, 
il film che vi presentiamo oggi è del 2016, proiettato in anteprima al festival di Toronto, naturalmente portato a Venezia con una nomination al Blue Dragon. Fine. Il regista, l'avrete già capito, è Kim Ki-duk, il più amato su queste pagine e nel nostro gruppo Facebook. Un regista che venendo da fasti passati, ha fatto molto parlare di sé nel momento in cui non avendo più niente da dimostrare ha fatto della sua carriera, del suo cinema, della sua arte, tutto quello che gli pareva. Letteralmente.
Così, mentre tutti si aspettavano che ripercorresse anno dopo anno il comodo sentiero già tracciato, lui si mette una telecamera in spalla e gira pellicole discutibili come Arirang e Amen. Non pago se ne esce con Pieta, un film di grande impatto estetico, ma che fa storcere il naso sia alla critica che ai fan più affezionati. Infine One On One sfoggia una sceneggiatura elaborata, ultraviolenza di kubrikiana memoria, ma a volte scade in scene così obiettivamente brutte da risultare involontariamente comiche.
Dopo la parentesi giapponese di cui non è rimasta traccia negli annali dei cinefestival (le sale ordinarie sono fuori discussione da un pezzo!) e nemmeno nel movimentato panorama underground, The Net segna un ritorno al passato proponendo una narrazione fluida, accattivante, ma senza rinunciare agli intenti sociali, quasi profetici. Non una denuncia vera e propria, ma più un viaggio dentro di noi per scandagliare la nostra morale e il modo in cui viene plasmata dalla società.

Ryoo Seung-bum che conosciamo già per New World, The Berlin File, Perfect Number e Crying Fist, ci regala un'interpretazione magistrale. Forte, bello, disperato, innamorato, il suo è un personaggio complesso che riesce a farci amare dalle prime scene.

Kim Young-min si conferma nuovo feticcio del regista. Lo abbiamo già visto in Primavera Estate Autunno Inverno e ancora Primavera come allievo del monaco e in One on One in cui interpreta 7 ruoli come carnefice di sé stesso. Questa volta incarna un personaggio "cattivo", come se film dopo film stessimo assistendo all'evoluzione di quell'angelo caduto.

La colonna sonora è un capolavoro minimalista del compositore Park Young-min, già nella squadra di Kim Ki-duk in One on One e Made in China.

Un'altra splendida traduzione del nostro Caprenne per noi e il suo splendido blog Italiangaysubs!

TRAMA: Nam Chul-woo (Ryoo Seung-bum) è un pescatore nord coreano, che conduce una vita frugale ma felice con la sua adorata famiglia. Una mattina a causa di un guasto al motore della sua barca, si ritrova naufrago in Corea del Sud. Sospettato di essere una spia, l'uomo si ritrova nelle grinfie di un perfido ispettore (Kim Young-min) disposto a tutto pur di provare la sua colpevolezza. Chul-woo si ritrova intrappolato in una prigione di fanatismo in cui perde tutta la sua umanità.

Presto disponibile in DVD
Sottotitoli disponibili nel nostro fansub!
Buona visione.

venerdì 8 dicembre 2017

A Taxi Driver

Cari tassinari, 
per festeggiare la prima ricorrenza di dicembre, il vostro gruppo di coreamaniaci preferito, vi propone un altro grande titolo. Si tratta di un film recente, che ha visto il ritorno dell'instancabile Jang Hoon, pupillo di Kim Ki-duk e stranoto su questo blog per i suoi successi passati: Rough Cut, Secret Reunion e The Front Line.

Con il suo stile asciutto e diretto, confeziona un film difficile, politico, ma che ti acchiappa subito con i toni della commedia e l'ambientazione patinata dei primissimi anni Ottanta. Una meticolosa ricostruzione di Seul con le sue berline tre volumi, i palazzoni con lunghe balconate e una colonna sonora che si bea nel trovare pezzi di discomusic agghiaccianti. Poi qualcosa va storto e d'improvviso gli eventi sfociano in una vicenda tanto grottesca quanto reale. Si inizia col sorriso e si arriva piano piano alle lacrime. Una delle cose che al cinema coreano riesce meglio!

Hoon si conferma un grande professionista nel girare scene d'azione mozzafiato. Ci sono inseguimenti a piedi, in auto, sparatorie e sommosse popolari con un alto livello tecnico di difficoltà. C'è qualche forzatura ed alcune scene in cui evidentemente si lascia prendere troppo la mano, ostentando tutta la sua arroganza giovanile, ma è tutto a vantaggio della spettacolarità. Altro punto a favore è non essere scivolato nella facile retorica che la storia si trascina dietro. Magari un po' nel finale, ma è comunque una storia vera e davanti a certi eventi una persona ha bisogno di ritrovare la fiducia nell'Umanità.

Si parte da Seul in quello che era ancora un placido giorno qualunque di maggio e si corre a Gwangju per scappare dalla povertà e certamente non in cerca di guai. Ognuno con il suo fardello. Sia il tassista che in quel taxi verde pisello ci ha messo tutte le speranze per un futuro migliore, sia un misterioso missionario tedesco che è in realtà un giornalista.

Inizia così un viaggio più o meno metaforico nei meandri dell'umanità. Una discesa negli inferi della nostra vera natura, che implacabile riemerge quando cadono le regole della civile convivenza. Un futuro migliore, dicevamo, si può inseguire con atti eroici, con un lavoro umile e a volte semplicemente osservando con la mente aperta quello che ci succede intorno.

La storia del massacro di Gwangju è una ferita aperta nella storia recente coreana. Una cosa che noi occidentali possiamo solo cercare di immaginare, anche se di esempi ne abbiamo in abbondanza. Una rivolta contro un regime autoritario che si trasforma in un bagno di sangue, guidato da pochi fanatici posti ai vertici di istituzioni preposte proprio a mantenere l'ordine.

La storia che abbiamo già visto in A men who was Superman, The Old Garden e che faceva da sfondo ad alcune scene di The Attorney, oggi resa più viva che mai da questa visuale privilegiata, proprio al centro della rivolta.

La storia di un evento che non sarebbe dovuto trapelare, come probabilmente è successo infinite volte nella storia dell'Umanità. Qualcosa da cui imparare ad evitare certe situazioni, ma anche certe leggerezze nel giudicare quello che ci accade intorno, specie se filtrato dall'occhio spesso poco imparziale dei mezzi di comunicazione di massa.

Song Kang-ho: dopo gli ininterrotti successi della sua carriera, continua a vestire i panni di personaggi che sembrano essergli cuciti addosso. Carismatici, anche se a volte un po' imbranati, sinceri fino all'autolesionismo e genuini. Il tassista, poi, gli è venuto particolarmente bene. Casinista ma ansioso di afferrare al volo la sua buona occasione, che finge di saper parlare inglese pur di caricare un cliente importante. E' così che ce lo siamo immaginati a Hollywood, mentre sul set di Snowpiercer fingeva di capire Chris Evans.

Thomas Kretschmann: bello, con tratti molto europei, cattura subito l'attenzione dei passanti locali. La sua è una carriera che l'ha portato in giro per l'Europa e gli Stati Uniti. Ha girato film in inglese, tedesco, francese, italiano e norvegese.

Un'altra grande traduzione della nostra impagabile ela che ormai non ha bisogno di presentazioni, ma si accontenta di tanto amore (e bonifici), gratitudine (e vini pregiati) e un posticino nei vostri cuori.

TRAMA: Kim Man-seob (Song Kang-ho) è un tassista di Seul. Vedovo e squattrinato, spera di guadagnare qualche soldo extra, accompagnando a Gwangju Jurgman Hinzpether (Thomas Kretschmann) un misterioso missionario. Ma in realtà il missionario è un giornalista e ad attenderli a destinazione c'è una brutta sorpresa...

Presto disponibile in Homevideo.
Sottotitoli disponibili nel nostro fansub.
Buona visione!