venerdì 27 settembre 2013

Moebius

Cari amici di ammore,
da queste parti non siamo molto propensi a parlare di anteprime e di film che sono stati regolarmente distribuiti in Italia e nel mondo, ma per Kim Ki-duk possiamo fare uno strappo alla regola. Il film del regista coreano più amato in Italia, ha partecipato alla 70a mostra del Cinema di Venezia come fuori concorso e ha fatto subito parlare di sé. Tuttavia la distribuzione al cinema è stata limitata a poche sale, non si è visto un trailer a pagarlo e l'affluenza è stata molto modesta. Possiamo dire tranquillamente un flop.
Ora, ci rendiamo conto di non essere obiettivi, ma questo film ha mosso le aspettative di tutta la redazione e dell'intero gruppo facebook e le aspettative non sono mai una cosa buona e invece il film inizia con i soliti titoli di testa scarni e dalla prima immagine ti travolge LA BELLEZZA.
Dopo pochi minuti, ti rendi conto che i personaggi non pronunceranno una sola parola per tutto il film. Non è strano per Kim, né crediamo si tratti di un espediente narrativo innovativo, solo la conseguenza di una recitazione poderosa, in primis l'espressività della bellissima Lee Eun-woo, con il suo ghigno pazzesco che vi rimarrà dentro per sempre, poi torna Cho Jae-hyun, che è in assoluto l'attore preferito del regista, che l'ha voluto con lui dall'esordio con Croccodile, poi Wild animalsThe isleIndirizzo sconosciutoBad guy e che abbiamo visto in queste pagine in Marine Boy e Interview.
Inutile spiegare la trama, come è inutile spiegare le poesie. L'estrema violenza paventata dai primi spettatori, che probabilmente ha tenuto ben lontani dalle sale gli scettici, sulla pellicola non c'è. Sì, c'è violenza in un uomo che prende una pistola da un cassetto e se la punta alla tempia o, senza soluzione di continuità, ai genitali. Che spari o meno. C'è violenza in una coppia di genitori che si rotolano sul pavimento davanti al proprio figlio, in una "normale" scena di violenza familiare. C'è una violenza estrema in un Galaxy Note2 con il numero della tua amante registrato in rubrica come <3^^. C'è più violenza in una donna che vorrebbe salvare a tutti i costi il suo rapporto e non riuscendoci, decide di infliggere una punizione alla sua famiglia, che sia immensa come il dolore che prova lei.
Quando si parla di Moebius, due parole chiave sono subito associate al titolo: evirazione e incesto. Certo non annunciano un film allegro, ma non si tratta nemmeno di una provocazione a chi la spara più grossa! Quello che succede nei film di Kim Ki-duk è sempre da rileggere in chiave metaforica. Inutile fare il puntiglio perchè il medico di Time non avrebbe dovuto fare tutti quegli interventi di chirurgia estetica immotivati, così come è inutile far notare che in Soffio si parla di una condanna a morte nei giorni nostri, quando in Corea del sud, pur non essendo mai stata abolita la pena di morte per il reato di omicidio, esiste una moratoria di fatto dal 1998.
Moebius riprende il discorso interrotto in Primavera, estate, autunno, inverno e... ancora primavera, quando parlando il linguaggio dello spettatore, creava una situazione "piccante" tra il discepolo e la sconosciuta. Situazione che rimanda subito lo spettatore ai piaceri della carne, all'esplorazione di una sessualità mai coltivata, che nonostante tutto è finalmente sbocciata in modo dirompente. Ma il maestro invece che gioire, si rattrista. Vede in quel nuovo capitolo della vita del suo discepolo un fardello immane di sofferenza e prevede già l'influenza del desiderio sulla saggezza, la rabbia che ne conseguirà sarà devastante e rovinerà l'idillio di quell'anima candida che dimorava nel tempio galleggiante sul lago sperduto nel nulla.
Circa a metà del film, spicca un'autocitazione a ferro 3, nella scena in cui i due amanti si baciano "attraverso" il corpo di un terzo incomodo. Una cosa inusuale, così come sono stonate alcune scene in cui la ricerca dei personaggi su internet, porta a pagine sconclusionate e inconcludenti, da cui la loro speranza attinge a piene mani. Una ricerca tesa ad esplorare il limite tra l'essenza degli esseri umani e la loro fisicità, attraverso momenti estremamente drammatici ed altri di un grottesco così esasperato da essere divertenti. Insomma, non vorrei dilungarmi oltre, non c'è molto da spiegare o da discutere. Forse vi piacerà, forse lo odierete. Quello che non farà, sarà lasciarvi indifferenti, quindi ce n'è abbastanza per non perderselo.

TRAMA: Corea del sud, tempo presente, una famiglia qualsiasi vive una normale vita, fatta di egoismo e tradimenti. Un padre, una madre e un figlio. Il padre tradisce la moglie, lei cerca di evirarlo, ma non riuscendoci, evira il figlio e si ritira in preghiera con un asceta metropolitano. Padre e figlio iniziano una ricerca spasmodica di normalità. Cercano risposte nei progressi della chirurgia, nelle pratiche sessuali che non coinvolgano direttamente i genitali, nell'auto-accettazione e nella vita sociale, nel rapporto con il sesso e la speranza di rimanere uomini. Ma si è uomini solo perché si ha un pene? Dove finisce l'uomo e inizia la fisicità del suo pene? Dove finisce la tua anima e iniziano i tuoi maledetti desideri?

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Buona visione.

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