martedì 11 dicembre 2012

Amen

Cari amici di Kim Ki-duk, 
siamo di nuovo al cospetto del maestro, con una nuova richiesta dal nostro gruppo: Amen. Al vaglio della redazione la possibilità di cambiare nome al gruppo e diventare FilmdikimkidukITA.
Scherzi a parte, a noi questo tipo piace troppo e anche a tutti i nostri compagni d'avventura in questo viaggio attraverso il cinema coreano.
Il film di oggi è un po' anomalo, intanto perchè dura solo 72 minuti e non ci sono dialoghi, poi perché uscito con Arirang nel 2011, altro film-documentario quantomeno sopra le righe. Non dobbiamo dimenticare che il processo produttivo per Kim Ki-duk è qualcosa di estremamente semplice. Le sue riprese non durano quasi mai più di un mese. Tutto quello che conta per lui è la meditazione, l'idea generatrice. Dopo Dream del 2008, un regista che sfornava anche due film all'anno, all'improvviso sparisce nel nulla. Ai primi del 2011 girava voce che fosse morto. Invece in primavera si presenta a Cannes con Arirang e Amen e parla di cascine sulle colline della Tristezza, piange e canta. Arirang spiega la sua assenza, Amen annuncia il suo ritorno, spiega la sua arte con umiltà ed efficacia. I luoghi immortalati nella pellicola sembrano appartenere ad una storia personale che ci riguarda solo marginalmente. Nel finale, sulla maschera antigas si può leggere un indirizzo: Via Candia 24. Non si sa perchè, magari la bottega di ceramista che c'è lì gli è piaciuta particolarmente, oppure c'entra il fatto che il Palazzo del Cinema di Venezia non ha un numero civico e per poter usare il navigatore ha dovuto mettere un indirizzo nei paraggi...

Amen segue il viaggio solitario di una turista coreana in visita in Europa, attraverso lunghi viaggi e filmati quasi amatoriali. La donna, interpretata da KimYe-na, viaggia quasi senza bagagli e non ha soldi con sé. In diverse occasioni viene molestata da un misterioso individuo che indossa una maschera antigas, interpretato dallo stesso Kim Ki-duk. Un viaggio che porta a un finale enigmatico ma di grande effetto.
Un'opera di concetto, realizzata a costo zero, con i protagonisti che fungono da troupe, attori e regia eppure sono travolgenti, completi, comunicativi...
Un film sperimentale, che dopo la presentazione al festival del cinema di San Sebastian è caduto nell'oblio.

Ricorrono molti elementi del Kim Ki-duk passato, a cominciare dall'ambientazione francese che ricorda Wild Animals, poi quella coppia disfunzionale che a suo modo trova il modo di sopravvivere all'odio, all'egoismo e alla violenza come in Croccodile, e poi c'è quel tema della solitudine, che riporta al mood di Primavera, Estare, Autunno, Inverno e ancora Primavera e per finire quell'amore autentico che cade vittima dell'incapacità di comunicare, ma che alla fine si rivaluta e nonostante tutto riesce a curare ogni male, come in Bad Guy.

TRAMA: Una ragazza coreana (Kim Ye-na) intraprende un viaggio in Europa alla ricerca di un uomo misterioso chiamato He Byung-soo. Agli indirizzi conosciuti rispondono persone che la informano che è partito e la rimandano dalla Francia, all'Italia, poi di nuovo in Francia. Un uomo con una maschera antigas segue ogni sua mossa e alla fine la intossica col gas e...

Scarica qui si sottotitoli in italiano tradotti da noi.
Difficile da trovare, facile da apprezzare.
Buona visione.

2 commenti: